Dalla porta aperta si entra nel mondo onirico di Magritte, una penombra e una musica accompagna e conduce ,quadro dopo quadro, in un altrove; il visitatore si trova all’inizio “spiazzato da tanta vastità, ma, pian piano, si abitua a quell ‘esagerazione dei sensi, i quadri ingranditi, in movimento gli mostrano una realtà aumentata in cui ciascuno può immergersi con lentezza e lasciarsi scivolare e trasportare nel percorso onirico dell’artista; i quadri si smaterializzano e “divengono” altro.
Il quadro si dilata, prende una forma artistica tutta propria, aiutato dalla musica che accompagna il percorso; lo sguardo si posa su una bambina che di fronte ad una cascata di fiori colorati rincorre e cerca di coglierne diversi, ride, si rotola sul pavimento ridendo e col corpo proteso cerca di appropriarsi delle forme e dei colori; l’esperienza immersiva può far sperimentare un’immobilità corporea nell’essere rapiti di fronte a cieli che scorrono davanti agli occhi, immagini gigantesche che avvolgono e lo spettatore partecipa alle suggestioni e alle illusioni che l’artista ha prodotto attraverso i quadri. Le immagini che vengono proiettate in un flusso continuo di immagini inducono ad addentrarsi nel mondo ignoto e misterioso di Magritte.
“I miei dipinti sono immagini visibili che non nascondono nulla…magari evocano mistero, e quando qualcuno vede uno dei miei dipinti si chiede: Cosa significa?” "Non significa nulla, perché il mistero stesso non significa nulla. Non è conoscibile”
(René Magritte)